L'ansia, in condizioni di normalità, è uno stato emotivo caratterizzato da una sensazione di apprensione e di preoccupazione accompagnata da tensione, sia muscolare che attentiva (legata cioè all'aumento di vigilanza rispetto all'ambiente sia esterno che interno). Questa preoccupazione è legata a qualcosa di spiacevole che potrebbe succedere.
L'ansia è detta anche "paura senza oggetto" poiché è una risposta a una minaccia generica, indefinita; fa parte di un meccanismo innato ed è in grado di innescare la cosiddetta reazione di attacco-fuga (fight or flight) che è caratteristica anche degli stati di paura.
È parte integrante del sistema della paura ma si differenzia da quest'ultima in quanto la paura è una reazione immediata mentre nell'ansia c'è un'azione preventiva verso qualcosa, un pericolo, che potrebbe verificarsi ma che non si è ancora verificato.
Per capire la differenza facciamo un esempio concreto. La paura è quell'emozione che proviamo quando durante una passeggiata in montagna ci troviamo di fronte a una vipera: la nostra reazione può essere di attacco (battendo i piedi a terra per spaventarla), di fuga (correndo verso il lato opposto) o di congelamento (freezing, ovvero rimanere immobili). La volta seguente che ci troveremo nella stessa zona in cui abbiamo incontrato la vipera, passeggeremo con uno stato d'animo diverso: i nostri sensi saranno in allerta e ci sentiremo un po' meno spensierati perché in ansia rispetto a ciò che potrebbe succedere.
L'ansia diventa patologica quando la persona non riesce ad adattarsi a situazioni nuove o impreviste, perdendo il controllo sulle proprie reazioni emotive e provando sentimenti di impotenza associati a elevati livelli di sofferenza. Nell'ansia patologica l'attivazione emotiva non è più vissuta come un segnale di pericolo percepito ma diventa essa stessa un pericolo in atto dal quale difendersi.
Perciò nell'ansia patologica viene innescata la reazione di attacco-fuga in situazioni in cui non è necessario poiché è assente un reale pericolo esterno dal quale difendersi.
Nell'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (quinta edizione; DSM–5; American Psychiatric Association, 2013) vengono classificati come disturbi d'ansia i seguenti disturbi:
È possibile diagnosticare un disturbo d'ansia solo quando si è accertato che i sintomi di ansia non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o farmaco o a un'altra condizione medica, oppure non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.
I sintomi generali dell'ansia sono rappresentati da: senso di paura e di pericolo imminente; paura di morire o di perdere il controllo; tensione generale; incapacità di rilassarsi; apprensione; ipervigilanza; inquietudine.
I sintomi psicologici (cognitivi) dell'ansia sono: preoccupazioni eccessive per questioni secondarie; tendenza al catastrofismo; irritabilità e impazienza; difficoltà a concentrarsi e scarsa attenzione; sensazione di perdita della propria personalità e del senso della realtà; disturbi della memoria; disturbi del sonno.
I sintomi neurovegetativi sono rappresentati da: difficoltà alla respirazione, senso di oppressione toracica, fame d'aria (dispnea), respirazione accelerata (iperpnea); dolore toracico; stordimento, vertigini, sensazione di instabilità e mancato equilibrio, svenimento imminente (lipotimia); formicolio a parti del corpo; vampate di calore o di freddo; sensazione di soffocamento, difficoltà alla deglutizione, sensazione di "nodo in gola"; bocca secca; battito cardiaco accelerato o non regolare (aritmico); sudorazione eccessiva; senso di debolezza e stanchezza (specialmente agli arti inferiori); tremori; minzione (urinare) frequente; diarrea; tensione muscolare
L'ansia patologica è quindi fortemente invalidante per l'individuo che ne soffre perché da emozione funzionale (la sua funzione positiva e normale è quella di aiutarci a reagire prontamente in caso di necessità) diventa disfunzionale (negativa e invalidante perché anziché aiutarci a reagire ci blocca arrivando a limitare anche lo svolgimento delle attività quotidiane).
La Psicoeducazione è un metodo utilizzato per informare il paziente sugli aspetti psicologici del problema di cui soffre, in modo che diventi “esperto” sul suo disturbo. Questo metodo aiuta la persona nel sentirsi più efficace e meno in balia dei suoi stati emotivi, un primo importante passo verso la gestione dell'ansia.
Il rilassamento consiste nel portare la persona ad essere consapevole del proprio stato diattivazione/tensione corporea legata all'emozione di ansia per poi aiutarlo, attraverso tecniche specifiche, a modificarlo.
Le tecniche di rilassamento possono essere più o meno strutturate: si va da tecniche complesse che richiedono una formazione specifica - come il rilassamento progressivo di Jacobson – a tecniche meno strutturate che ne mantengono gli obiettivi.
Matteo Sinatti - Psicologo, ipnotista, esperto in PNL
Riceve in Valdarno (Bucine e Montevarchi) e a Milano.
Possibili Consulenze via Skype, Messenger Video, Whatsapp Video.
ContattamiRiceverai aggiornamenti per nuovi articoli, libri o corsi.