Il Ruolo Del Mental Coach Nel Calcio (2 Parte): La Coesione Di Squadra

La coesione riflette la tendenza di un gruppo a rimanere unito per raggiungere gli obiettivi che sono stati stabiliti. Il ruolo del consulente o allenatore stesso consiste nel saper costruire un gioco in collaborazione con i giocatori..
Il Ruolo Del Mental Coach Nel Calcio (2 Parte): La Coesione Di Squadra

 

Credo che nel calcio non si debba per forza di cose essere amici per ottenere, di fatto, dei risultati, quanto piuttosto sia necessario fra tutti il reciproco rispetto e la stessa unità d’intenti nel voler raggiungere l’obiettivo comune prefissato” (Alberto Fontana, portiere).

 

Nel primo articolo abbiamo analizzato il ruolo del Mental Coach all'interno del calcio; adesso è il momento di andare ancora più nel dettaglio.

La coesione riflette la tendenza di un gruppo a rimanere unito per raggiungere gli obiettivi che sono stati stabiliti. Il ruolo del consulente o allenatore stesso consiste nel saper costruire un gioco in collaborazione con i giocatori; così parlava Julio Velasco in una recente intervista.

La coesione del gruppo risulta essere quindi fondamentale per raggiungere importanti obiettivi calcistici. Del resto, anche se un giocatore è molto forte, non è certo in grado di risolvere sempre le partite da solo! Il detto: “Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra ti fanno vincere un campionato”, è veramente calzante a riguardo.

Ma come può un Mental Coach aiutare una squadra ad accrescere lo spirito di gruppo?

La coesione è il grado di condivisione delle norme e dei valori tra i membri, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario prima di tutto sentirsi squadra. I calciatori devono percepire un senso di orgoglio nell’essere membri della propria squadra, così come lo sono per la propria famiglia. Devono cioè sentire il bisogno di difendere i propri colori da qualsiasi minaccia esterna che tenta di minare la relativa stabilità.

La mia personale esperienza sul campo nel raggiungere questo tipo di obiettivo suggerisce di rendere i calciatori prima di tutto consapevoli del loro livello di coesione. Spesso infatti non ci si rende conto del proprio livello di appartenenza ad una squadra, ma si può soltanto percepire intuitivamente.

E come fare per aiutare a raggiungere questo tipo di consapevolezza?

Ovviamente non è sufficiente chiedere a brucia pelo: “quanto vi sentite attaccati alla maglia”! Sarebbe troppo scontato se bastasse una così semplice domanda! Anche se molti allenatori e presidenti fanno proprio così nei momenti di difficoltà. Parlare direttamente ad un gruppo ponendo una simile domanda fa sì che si inneschino tutta una serie di risposte retoriche, non sincere, che non servono a niente; il gruppo ha una risonanza forte, difficilmente i componenti trovano il coraggio di esporsi sinceramente.

Per capirsi, immaginate che, all’interno di una riunione aziendale, il Direttore Generale chieda ai propri dipendenti se siano d’accordo che tutti quanti debbano impegnarsi più intensamente per raggiungere gli obiettivi prefissati; cosa vi aspettate che i dipendenti rispondano? Andare contro ad una affermazione del genere, davanti a tutti, significherebbe mostrarsi pigri e inaffidabili.

Per poter valutare il reale sentimento di appartenenza ad un gruppo è necessario agire indirettamente, ovvero, suscitando una reazione emotiva. Una specie di provocazione costruita ad hoc! Ecco che le competenze psicologiche del Mental Coach risultano in questo caso determinanti. Descriverò come ha agito un mio collega per testare ed incentivare il grado di coesione di una squadra di cui era il consulente:

 

Mental Coach (MN):adesso vorrei che mi dedicaste tutta la vostra attenzione, perché quello che ho da dirvi è una cosa molto importante (espressione molto seria, quasi arrabbiata). L’altra sera ho parlato con una persona molto vicina alla società, la quale mi ha detto una cosa riguardo al vostro gruppo. Quello che mi ha riferito, senza dare una spiegazione concreta, è stato:

Guarda, fidati di me. La squadra non vale niente e i rispettivi calciatori valgono meno di zero, i giocatori sono individualisti, pensano solo a se stessi e a nessuno interessa né dell’uno né dell’altro!

Mental Coach (MN):Cosa avete da dire a riguardo?

I giocatori reagirono inizialmente in maniera sorpresa, poi passarono rapidamente al nervosismo e rabbia ponendo domande circa l’identità dell’accusatore.

Mental Coach (MN): Non è importante chi ha detto queste parole, ma come vi sentite dopo queste accuse! Concentratevi sulle vostre emozioni. Rispondetemi!

I giocatori erano palesemente arrabbiati e quasi tutti ammisero questa emozione; dopodichè in molti negarono tali accuse riportando delle giustificazioni a riguardo; uno dei giocatori addirittura reagì dicendo: “se scopro chi ha detto una cosa del genere gli rompo il naso!”.

Mental Coach (MN): Prendete coscienza delle sensazioni che state provando, perché queste rappresentano il vostro personale senso di appartenenza alla squadra. Tengo a dirvi che vi ho raccontato una bugia; nessuno ha mai detto una cosa del genere. Ma cosa accadrebbe se qualcuno accusasse ingiustamente un vostro compagno? Cosa accadrebbe se qualcuno dicesse che (…) è una persona che vale meno di zero, senza dare una spiegazione a riguardo? Essere una squadra significa nutrire rispetto per ciascun componente, proteggere ciascun compagno da insidie esterne e non accettare assolutamente che qualcuno si permetta di accusare o insultare qualcuno all’interno. Spero che abbiate capito cosa intendo. Buon lavoro.

 

Un tale intervento mira a suscitare emozioni. L’obiettivo è quello di generare risposte emotive per poi collegarle a qualcosa di più ampio come, in questo caso, il senso di appartenenza alla squadra. La maggior parte delle volte, invece, le emozioni che un allenatore genera non vengono affatto utilizzate, se non per un rimprovero; quello che in gergo viene definito “rinforzo negativo”.

Purtroppo però, come tutti sanno ma nessuno ci lavora seriamente, pensieri e sentimenti influenzano le prestazioni sportive - ancor più che i fattori fisici. Pertanto se tali fattori sono frustrati è molto difficile trovare motivazioni e convinzioni per raggiungere risultati!

 Ricordo l’aforisma cardine di questo articolo:

 “Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra ti fanno vincere un campionato

 

Spero davvero che l’articolo ti sia piaciuto!

Un saluto,

Dr Matteo Sinatti

 

 

 

 

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Dott. Matteo Sinatti 

Dott. in PsicologiaIpnotista, Formatore, Consulente in comunicazione, Scrittore

Master Trainer in Comunicazione Subliminale e Emozionale

Socio ordinario dell’AIPNL (Associazione Italiana di Programmazione Neurolinguistica),  

Mental Coach presso Arezzo Calcio Femminile e altre società sportive.

Consulente dello sport e formatore presso UISP sezione arbitri - Toscana

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Dott. Matteo Sinatti
Dott. Matteo Sinatti - Psicologo, ipnotista in Valdarno

Esperto in consulenza psicologica per adulti, coppie e adolescenti. Senior Trainer, Professional Coach (sport, management)

Riceve a Bucine (AR), Montevarchi (AR), Milano. Skype

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