Il Ruolo Del Mental Coach Nel Calcio (1 Parte)
Qualsiasi appassionato di calcio, allenatore e giocatore stesso sa bene che la motivazione, la coesione di gruppo, la convinzione sono caratteristiche determinanti e decisive per le sorti di una partita e di un campionato. Eppure...
Non è un segreto che il termine psicologia non venga ancora accolto con entusiasmo da una buona parte della cultura calcistica italiana.
La domanda che sorge spontanea è... perchè?
Qualsiasi appassionato di calcio, allenatore e giocatore stesso sa bene che la motivazione, la coesione di gruppo, la convinzione sono caratteristiche determinanti e decisive per le sorti di una partita e di un campionato. Eppure in molti reputano inutile, talvolta addirittura offensivo, il contributo di un Mental Coach all'interno di una squadra.
L'esempio più eclatante è stato quello della Lazio Calcio nel campionato 2010/11,
in cui, a causa di una crisi nera di risultati che aveva fatto sprofondare i biancocelesti quasi in zona retrocessione, il presidente Lotito aveva optato per una soluzione diversa: l’assunzione di un Mental Coach. I giocatori a quel punto, con il capitano Rocchi in primis, non hanno gradito la scelta della dirigenza, dichiarando e promettendo, che dal momento negativo ne sarebbero usciti da soli; quasi come dire: prima di subire l'onta di farsi "curare" giuriamo di uscirne da soli! Da un certo punto di vista sembra che il Mental Coach abbia ottenuto indirettamente un importante obiettivo: la coesione di squadra!
Sembra che una frangia del Calcio sia così conservatrice sino al punto da rifiutare qualsiasi contaminazione esterna al proprio mondo, anche se, risultati alla mano, l'aspetto mentale di una squadra possa fare la differenza. Forse è per questo che il calcio italiano, in questi ultimi anni, arranca di fronte a realtà estere molto più competitive e aggiornate; ne è una prova tangibile che l'Italia è stata retrocessa al quarto posto del Ranking Uefa e dal 2012, in Champions League, si qualificheranno solamente le prime tre squadre.
Eppure, da quando il più grande allenatore del mondo ha militato in Italia, qualcosa sembra essere cambiato; motivazione, determinazione e convinzione non appaiono più solo parole, ma condizioni a cui non si può prescindere e che vanno allenate rigorosamente. Sto parlando di José Mourinho, un allenatore che ha fatto dell'aspetto mentale la sua arma più tagliente.
Materazzi, all'interno del programma Chiambretti Night, ha risposto a questa domanda: “Come mai lei è così legato a Mou, nonostante la tenesse in panchina?”. La sua risposta è stata: “Perché mi ha fatto sentire importante”. E' ormai noto che Mou ha più attenzione per chi va in panchina rispetto a chi gioca. In panchina giocatori, uomini spogliatoio, spesso dei leader stessi che, se demotivati, possono disunire la coesione del gruppo mettendo in risalto le proprie esigenze a discapito della squadra. Mourinho è in grado di responsabilizzare l'intera squadra e non solo durante la partita, ma durante la settimana di allenamento, dove si è tutti coinvolti allo stesso modo. Drogba, durante la sua esperienza con Mou dichiarò: "per Mourinho mi sarei fatto tagliare una gamba!". Ibra ha dichiarato ad Eurosport: “Per Mou avrei Ucciso”. Non male poter contare su giocatori che hanno questa motivazione e fiducia nei tuoi confronti.
Ognuno ha bisogno di trovare la sua motivazione personale, di essere motivato in base alla propria personalità. E' necessario personalizzare la comunicazione rispetto a ciò di cui quella persona ha bisogno in quel momento.
Se un allenatore, affiancato da un Mental Coach preparato, è in grado di fornire ai giocatori qualcosa a cui credere, farlo sentire raggiungibile e tracciarne le modalità per conseguirlo, i giocatori faranno di tutto per la squadra, perché a quel punto, il loro successo coinciderà con le vittorie della squadra stessa!
Fin qui ho solo introdotto l'argomento, ma non ho descritto la parte più importante: come lavora un Mental Coach all'intreno di una squadra di calcio?
Quali sono gli obiettivi e le modalità degli interventi? Che cosa – come – quando, svolge il suo ruolo?
La risposta è nella seconda parte dell'articolo!
Spero davvero che l'argomento ti sia piaciuto. Non mancare al prossimo appuntamento!
Un saluto,
Matteo Sinatti
MASTER IN COMUNICAZIONE SUBLIMINALE
La comunicazione subliminale rappresenta ad oggi la più evoluta forma di linguaggio che si conosca:
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Dott. Matteo Sinatti
Dott. in Psicologia, Ipnotista, Formatore, Consulente in comunicazione, Scrittore
Master Trainer in Comunicazione Subliminale e Emozionale
Socio ordinario dell’AIPNL (Associazione Italiana di Programmazione Neurolinguistica),
Mental Coach presso Arezzo Calcio Femminile e altre società sportive.
Consulente dello sport e formatore presso UISP sezione arbitri - Toscana
Dott. Matteo Sinatti - Psicologo, ipnotista in Valdarno
Esperto in consulenza psicologica per adulti, coppie e adolescenti. Senior Trainer, Professional Coach (sport, management)
Riceve a Bucine (AR), Montevarchi (AR), Milano. Skype
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